Il mondo dello streaming è in fermento dopo le recenti dichiarazioni di Chris Pavlovski, CEO di Rumble, che ha lanciato una bomba sul futuro di Twitch. Secondo il dirigente, la più grande piattaforma di streaming al mondo potrebbe avere meno di due anni di vita davanti a sé, almeno sotto l’ala protettiva di Amazon.
La previsione di Pavlovski non è arrivata come un fulmine a ciel sereno. Da tempo si sussurrano voci nei corridoi di Amazon sulla reale sostenibilità di Twitch, tanto che alcuni insider hanno iniziato a riferirsi alla piattaforma come “brand zombie”. Un’etichetta poco lusinghiera per un servizio che, nonostante generi ricavi per 2 miliardi di dollari, continua sorprendentemente a operare in perdita.
Ma cosa c’è dietro questa audace previsione? Pavlovski non è nuovo a questo tipo di pronostici azzeccati. Solo recentemente aveva previsto la chiusura del GARM (Global Alliance for Responsible Media) poco prima che effettivamente accadesse. “Mi piace dare un po’ di margine temporale alle mie previsioni”, ha commentato con un pizzico di orgoglio quando un follower gli ha fatto notare la sua precedente accuratezza.
Eppure, nonostante le difficoltà, Twitch mantiene ancora un vantaggio tecnologico considerevole sui suoi concorrenti. Mentre le altre piattaforme stanno ancora sviluppando funzionalità di base, Twitch offre da anni strumenti avanzati per i creator: dalla possibilità di creare clip highlight a sofisticate dashboard per la gestione dei contenuti. È un po’ come se gli altri stessero ancora imparando a camminare mentre Twitch corre una maratona.
Ma allora perché questa previsione così pessimista? La risposta potrebbe trovarsi nei numeri. Il paradosso di Twitch è proprio questo: nonostante il suo dominio tecnico e un fatturato impressionante, la piattaforma non riesce a trovare la via della redditività. Le voci di imminenti licenziamenti di massa non fanno che alimentare le preoccupazioni sul suo futuro.
Le opzioni sul tavolo, secondo Pavlovski, sono due: la chiusura o la vendita. Entrambi gli scenari potrebbero ridisegnare completamente il panorama dello streaming mondiale. Una vendita potrebbe portare nuova linfa e una gestione più efficiente, mentre una chiusura aprirebbe le porte a una vera e propria corsa all’oro per accaparrarsi gli streamer e il pubblico orfani della piattaforma.
Il tempo dirà se la previsione di Pavlovski si rivelerà accurata come le precedenti. Nel frattempo, il mondo dello streaming continua a evolversi a una velocità vertiginosa. YouTube rafforza la sua offerta, KICK cerca di attirare i grandi nomi con contratti milionari, e Rumble si prepara a cogliere ogni opportunità che potrebbe presentarsi.
Una cosa è certa: i prossimi due anni saranno cruciali per il futuro dello streaming. Che Twitch riesca a invertire la rotta o che la previsione di Pavlovski si avveri, il settore è destinato a cambiare profondamente. E forse, tra qualche anno, guarderemo a questa previsione come al momento in cui tutto ha iniziato a cambiare.
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