TikTok in USA il ban è quasi certo, cosa accadrà in Italia?

L’udienza del 10 gennaio 2025 ha segnato un momento cruciale nel dibattito sulla presenza di TikTok negli Stati Uniti, evidenziando la complessa tensione tra sicurezza nazionale e diritti costituzionali. Il confronto legale si è concentrato su due visioni contrapposte: da un lato, la difesa dei diritti degli utenti e della libertà d’espressione, dall’altro, le preoccupazioni sulla sicurezza nazionale americana.

La difesa di TikTok ha costruito la sua argomentazione su tre pilastri fondamentali:
1. L’incostituzionalità della legge per violazione della libertà di parola
2. L’assenza di prove concrete sui rischi per la sicurezza nazionale
3. L’incongruenza nell’applicazione selettiva della legge, considerando che altre aziende cinesi come Temu e Shein raccolgono una quantità ancora maggiore di dati

Il Dipartimento di Giustizia ha contrapposto preoccupazioni sulla potenziale condivisione forzata dei dati degli utenti americani con il governo cinese, sostenendo la compatibilità della legge con il Primo Emendamento. La composizione della Corte Suprema, con sei giudici conservatori e tre liberali, sembra orientata verso una conferma della legge, con le probabilità di vittoria per TikTok stimate intorno al 20%.

Questo caso potrebbe avere rilevanti implicazioni per l’Italia e l’Unione Europea:

L’Italia potrebbe essere spinta a rivalutare la propria posizione su TikTok, considerando che già esistono preoccupazioni sulla sicurezza dei dati a livello europeo, accelerarando le discussioni sulla necessità di sviluppare alternative europee alle principali piattaforme social, tema già presente nell’agenda digitale dell’UE.

Il caso americano rappresenta quindi un importante precedente che potrebbe influenzare significativamente il futuro della regolamentazione delle piattaforme social in Italia e in Europa, richiedendo un attento bilanciamento tra sicurezza nazionale, privacy dei dati e libertà d’espressione.